Notizie e Comunicazioni
.12/12
Nella giornata di domenica di 10 dicembre 2023 un nuovo incendio è divampato in Seval.
Emettiamo questa nota con l’obiettivo di dare tutte le informazioni necessarie alla comprensione dell’evento.
Comunicazione pubblica
Nella giornata di domenica 10.12.2023, alle 5 AM circa un nuovo incendio è divampato in Seval.
Descrizione dell’evento
L’incendio ha interessato un’area di stoccaggio del nostro stabilimento, dedicata ai rifiuti elettronici non pericolosi (elettronica del raggruppamento R4), prelevati dalle isole ecologiche e in attesa di essere avviati a trattamento. Nello specifico l'incendio ha interessato le prime due campate della tettoia, lato Sud, interessando i rifiuti elettronici presenti.
L’incendio è divampato intorno alle 05:00 di domenica 10 dicembre.
Seval è dotata di un servizio di guardiania mobile in funzione 7/24. In ogni momento gli stoccaggi sono monitorati, anche durante le ore notturne e di chiusura delle attività. La ronda prevede frequenti passaggi nei punti più critici e un controllo con la termocamera in grado di rilevare la temperatura superficiale dei materiali.
La registrazione elettronica dei passaggi1 evidenzia che il nostro collega ha effettuato un controllo pochi minuti prima delle 5:00. Durante tale controllo non sono stati ravvisati segni esterni dell’evento. Nel passaggio successivo, registrato una decina di minuti dopo, il collega, vista la fiamma, ha immediatamente avvisato i colleghi preposti e questi i VVFF. Ha poi attivato la prima manichetta.
L’incendio, nonostante l’intervento pronto dei Vigili del Fuoco e delle squadre interne Seval, si è rapidamente sviluppato e, in circa 30 minuti, ha causato il crollo della tettoia che manteneva i rifiuti elettronici al riparo dalle intemperie. I rottami della tettoia caduta hanno coperto il rogo, complicando e allungando le operazioni di spegnimento, che si sono potute concludere solo dopo la rimozione degli stessi rottami, avvenuta immediatamente dopo l’approvazione delle autorità con l’ausilio dei mezzi della vicina società Attività di Recupero, che ringraziamo per il generoso supporto, ovvero intorno alle ore 13. Rimossa la tettoia l’incendio è stato completamente domato poco prima delle ore 14:00.
Gli effetti dell’incendio sono stati amplificati dalla sfortunata combinazione metereologica, ovvero l’assenza di vento e la bassa pressione che hanno mantenuto i fumi a bassa quota, interessando le abitazioni della zona. L’odore aspro e pungente si è percepito anche a significative distanze.
Dai verbali delle autorità intervenute sul posto sappiamo che, considerata la portata dell’evento, ARPA ha deciso di attivare il Servizio Meteo e il Gruppo di Supporto Specialistico per l’effettuazione di campionamenti di microinquinanti in atmosfera generati dalla diffusione dei fumi dell’incendio.
Sempre secondo il verbale ARPA, la combustione ha provocato la formazione di inquinanti aerodispersi caratterizzati da odore intenso. ARPA ha effettuato misure in campo qualitative solo di alcuni parametri2 in tre località sottovento rispetto alla ricaduta dei fumi3. Si sono ricercati alcuni parametri significativi per combustione, rilevando solamente un aumento degli NOx, tuttavia ancora molto inferiori ai relativi limiti orari4. Anche i dati di monitoraggio in continuo dei parametri NO e NO2 rilevati dalla centralina meteo ARPA ubicata in Colico, evidenziano un andamento crescente fino alle ore 11:30, ovvero fino a 26 μg/Nm3 di NO e 33 μg/Nm3 di NO2. Alle ore 14 circa, ad incendio completamente domato, i nuovi valori della centralina meteo ARPA sono risultati: 4 μg/Nm3 di NO e 9 μg/Nm3 di NO2, molto diminuiti anche in conseguenza del rinforzo del vento (2-4 m/s) con provenienza prevalente da Est che ha preso poi la direzione del lago.
Alle ore 14:00 il Gruppo di Supporto Specialistico ha posizionato nell’area antistante la sede della Croce Rossa di Colico la strumentazione di campionamento per la determinazione di microinquinanti (diossine, IPA, etc) che è rimasta attiva per le successive 48 ore. Gli esiti del campionamento hanno indicato valori – a giudizio delle autorità competenti – tranquillizzanti5.
Grazie alla rete interna di raccolta delle acque e alla tempestiva azione dei primi dipendenti Seval che hanno predisposto la configurazione di emergenza del sistema, nessuna delle acque di spegnimento è stata sversata nei corsi superficiali e in fognatura. La ditta Zanetti Arturo di Mapello (BG), che cogliamo l’occasione di ringraziare, chiamata la domenica mattina, ha immediatamente predisposto 3 mezzi che sono tempestivamente giunti ad aspirare ed inviare a trattamento in impianto autorizzato circa 60.000 litri di acqua. Nei giorni successivi è stata ripetuta la stessa operazione inviando a trattamento un totale di 220.740 kg, derivanti dai residui ancora nelle vasche e dalla pulizia di reti e piazzali.
L’ispezione effettuata dai tecnici ARPA ha confermato che nei pozzetti di campionamento non erano presenti tracce riconducibili all’evento e che il corpo idrico ricettore a valle dello scarico non presentava criticità.
Ipotesi sulle cause
Pur lasciando alle autorità competenti la determinazione della causa dell’incendio, la nostra opinione, corroborata dall’esperienza, è che esso sia stato originato dalla presenza di batterie a litio-ione presenti nel cumulo di rifiuti elettronici.
Tali batterie, normalmente stabili, possono in rarissimi casi a causa dell’utilizzo pregresso intenso, del deterioramento dovuto a utilizzi impropri, dell’umidità o a causa di deformazioni meccaniche, provocare una fiamma breve ma molto intensa che si sarebbe propagata ai materiali plastici circostanti (parti in plastica e legno delle apparecchiature, cavi, schede elettroniche, etc).
Tali batterie dovrebbero essere rimosse dai rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE) e conferite separatamente negli appositi contenitori presenti presso le isole ecologiche. Tuttavia è esperienza frequente trovare batterie al litio ione non rimosse dalle apparecchiature nei nostri rifiuti, talvolta per una insufficiente conoscenza del problema da parte dei cittadini e degli operatori delle piattaforme ecologiche, talvolta perché si tratta di batterie integrate nelle apparecchiature, purtroppo sempre più diffuse (sigarette elettroniche, telefoni cellulari, aspirapolveri, computer portatili, giochi per bambini, etc).
I nostri processi prevedono, come operazione preliminare al trattamento, la cosiddetta messa in sicurezza, ovvero la rimozione durante le prime fasi del processo di recupero, di tutti i componenti critici, tra cui anche le batterie. I rifiuti interessanti dall’incendio sarebbero stati sottoposti a tale processo nei giorni successivi.
Informazioni sul funzionamento del settore dei rifiuti elettrici ed elettronici e delle batterie
I rifiuti elettrici ed elettronici di origine domestica sono raccolti presso gli ecocentri diffusi sul territorio nazionale (oltre 5.200, incluse i Luoghi di Raggruppamento della distribuzione) dove i cittadini li conferiscono liberamente e senza costi. Per ogni nuova apparecchiatura venduta, i produttori versano ai Sistemi Collettivi un corrispettivo che serve a finanziare la raccolta, il trasporto e il trattamento di tali RAEE. Seval, come le altre aziende del settore, offre i propri servizi proprio a tali Sistemi Collettivi.
Tali rifiuti hanno grande valore perché possono essere riciclati per oltre il 90% del peso, generando nuove materie prime, ad esempio ferro, alluminio, rame, zinco, cobalto, nichel, plastiche, oro, argento e altri.
Non tutti sanno che Seval, così come i suoi concorrenti, acquista tali rifiuti, versando un corrispettivo ai Sistemi Collettivi dei produttori per poterli ottenere e trattare. I contratti che regolano l’acquisto di tali rifiuti prevedono che gli operatori come Seval posizionino unità di carico (ad esempio cassoni) presso gli ecocentri dove – come già descritto – i cittadini lasciano i propri rifiuti. Quando gli ecocentri lo richiedono, gli operatori del settore devono rimuovere i contenitori pieni e lasciare dei nuovi contenitori vuoti, secondo tempistiche stringenti (spesso l’intervento deve essere garantito entro il giorno successivo) che - se non rispettate - generano importanti penali.
La possibilità di ricevere e trattare tali rifiuti è ovviamente soggetta ad una autorizzazione da parte dell’Ente Locale
istruttore, che viene rilasciata attraverso una o più conferenze di servizi, alle quali sono invitati tutte le autorità coinvolte (nei casi più comuni Provincia, Comune, ARPA, ATS, VVFF, etc).
Non tutti i soggetti autorizzati possono tuttavia operare nel sistema nazionale di gestione dei RAEE. Per poterlo fare tali operatori devono anche essere accreditati e superare un audit di terza parte, specifico per il settore, che fissa ulteriori requisiti relativi alla qualità del trattamento.
Tali standard, così come l’assegnazione degli ecocentri, le tempistiche di ritiro, la gestione informativa e altre funzioni di sistema sono governate da un organo indipendente denominato Centro di Coordinamento RAEE.
Il segmento delle batterie è per molti versi analogo a quello appena descritto.
Le dotazioni di sicurezza di Seval
Il sistema antincendio di Seval è composto da:
- Una vasca di accumulo di acqua, con una capacità di circa 85.000 litri, allacciata per reintegro continuo
all’acquedotto comunale - Tre anelli antincendio a circuito chiuso, sostenuti ad una pressione di 8 bar da una pompa elettrica. In mancanza
di corrente o pressione interviene una pompa indipendente di riserva alimentata a gasolio. L’impianto è progettato per sostenere fino a 3 manichette UNI70 in utilizzo simultaneo. Nel caso specifico il sistema ha potuto erogare senza problemi la massima portata per oltre 3 ore. Ogni anello è dotato di attacchi di mandata VVFF - Serie di idranti soprasuolo equipaggiati con manichette UNI70 e 4 naspi antincendio per l’esterno
- Serie di cassette equipaggiate con manichette UNI45 per l’interno
- Dotazioni per il personale: maschere pienofacciali con filtri ABEK2P3 (utilizzate anche durante l’evento) e autorespiratore ad aria compressa
- Sistema di estintori a polvere, a CO2, idrici; gruppo a schiuma
- Sistema di allarme manuale acustico e luminoso
- Sistema di videocamere diffuso per controllo remoto
- Coperta termica
- Termocamera fissa sullo stoccaggio interno; termocamera portatile per controllo dinamico
- Servizio di guardiania antincendio attivo 24 ore al giorno, compresi festivi e giorni di chiusura
All’interno di Seval, 25 dipendenti hanno ricevuto e ricevono formazione e aggiornamento antincendio.
Seval dispone inoltre di una rete interna di raccolta delle acque meteoriche che ha consentito di intercettare e trattenere tutte le acque di spegnimento. Tale sistema prevede che i primi 5 mm di precipitazione, statisticamente le più a rischio di contaminazione, siano raccolti in due vasche distinte e l’eccedenza sia inviata, come da norma, in corpo idrico superficiale.
Tuttavia tale sistema di scarico nel corpo idrico può essere manualmente bloccato (nell’occasione dell’evento il blocco è stato attivato intorno alle 05:15, evitando ogni sversamento all’esterno della società). L’acqua di spegnimento raccolta è stata anche riutilizzata più volte grazie all’intervento delle autobotti della ditta Digonzelli, che ringraziamo per il supporto.
Seval opera e ha sempre operato cercando di raggiungere i migliori standard ambientali e operativi. Al momento
dell’evento, le quantità in impianto erano largamente al di sotto dei quantitativi autorizzati, collocati nelle aree previste dall’autorizzazione.
Le ipotesi di lavoro
Il problema delle batterie al litio è diventato il principale problema degli incendi negli impianti di rifiuti. Tali batterie erano, fino a pochi anni fa, una percentuale insignificante del peso dei rifiuti elettronici. Oggi, a causa della sempre crescente diffusione di apparecchiature portatili, del minor costo di queste e delle batterie, esse sono diventate una presenza molto superiore e con esse sta crescendo sempre di più la probabilità di innesco.
Constatando il fallimento delle iniziative legislative legate al cosiddetto Ecodesign (ovvero costringere i produttori a immettere sul mercato apparecchiature con batterie rimuovibili e non integrate), l’insensata continua produzione e importazione di articoli di dubbia utilità e qualità, nonché l’insufficiente coscienza ecologica di una parte della popolazione che non rispetta le indicazioni per la corretta differenziazione delle apparecchiature e delle batterie, l’azione degli operatori e di Seval deve fare necessariamente un grande passo in avanti, anche se non richiesto dalla normativa.
Le ipotesi di lavoro formulate dai responsabili della società, che saranno discusse nelle opportune sedi con le autorità
competenti sin dai prossimi giorni, sono le seguenti:
- Drastica riduzione degli stoccaggi di materiali potenzialmente contenenti batterie al litio ancora da lavorare. La società sta progettando un nuovo modello organizzativo che consenta di ricevere presso l’impianto solo le quantità lavorabili in un arco temporale molto ravvicinato. Tale modello organizzativo richiede tuttavia che il servizio presso le isole ecologiche possa accettare, in alcuni casi, ritardi nei servizi di svuotamento. Siamo in contatto con il sistema nazionale di gestione per ottenere un cambiamento nei regolamenti in tal senso
- Gli stoccaggi per tali materiali che dovessero essere comunque necessari saranno progettati secondo una logica di estrema compartimentazione e per consentire un contenimento dei potenziali inneschi. L’ipotesi più probabile è che lo stoccaggio di tali materiali avvenga in cassoni e non più in cumuli; che gli stoccaggi attualmente all’interno siano spostati all’esterno in apposite aree protetti dalle intemperie da tettoie o in contenitori chiusi; che gli stoccaggi attuali siano maggiormente compartimentati
- Seval (leader nella selezione pile e batterie con oltre il 50% del mercato nazionale, segmento nel quale l’azienda aveva investito diversi milioni di euro negli ultimi anni raggiungendo la leadership tecnologica europea) rescinderà entro il 31.12 tutti i contratti di ritiro e di selezione delle batterie che possono contenere batterie al litio, uscendo a tempo indeterminato dal settore della selezione delle stesse. L’attività relativa al segmento delle batterie sarà per il prossimo futuro solo legata al trattamento e al commercio di batterie preselezionate a basso e bassissimo rischio di incendio, quali batterie alcaline, zinco carbone, nichel cadmio, nichel metallo idrato, pacchi primari da 6 e da 9 volt, batterie ad argento, batterie al piombo acido. La selezione delle batterie miste continuerà solo per esaurire e mettere in sicurezza lo stoccaggio residuo
- L’impianto pilota per il trattamento delle pile al litio a bottone, sviluppato con l’università di Roma e unico in Italia,
resterà attivo per il solo tempo necessario a terminare il trattamento del materiale residuo. La società valuterà proposte per la cessione dell’impianto a terzi - È stato interrotto anche il servizio per la società Autostrade Tech per la rimozione delle batterie dagli apparati
Telepass, costituiti per circa il 30% in peso da batterie al litio primario - L’azienda sta infine riducendo i suoi impegni logistici al fine di liberare capacità e avere più reattività sulle uscite di materiali lavorati Indipendentemente dalle scelte che Seval compierà nei prossimi mesi, riteniamo necessario che tutti gli attori coinvolti operino un ripensamento dell’intera filiera di gestione dei RAEE al fine di prevenire incidenti come quelli appena accaduti,che sono solo gli ultimi di una lunga serie che ha coinvolto gran parte degli operatori italiani ed europei6.
Come sempre fatto anche in passato, la società sarà aperta al confronto con la società locale, associazioni, enti, scuole o gruppi. Saranno organizzate momenti di visita durante l’attività in modo che tutti possano conoscere i nostri processi e i risultati, a nostro avviso importanti, che l’azienda apporta all’economia circolare.
Al momento l’azienda è pienamente operativa sulle linee apparecchiature elettroniche (R4) e apparecchiature per lo
scambio termico (R1).
L’azienda è a disposizione per eventuali approfondimenti.
Note al testo
1 L’addetto Seval registra tramite badge elettronico tutti i passaggi nei punti critici. L’elenco delle registrazioni è a disposizione
2 Dragger TEST KIT1, TEST KIT2 e Formaldeidi
3 VIBAR nord, Stazione ferroviaria, centro storico di Colico
4 Limite orario: 200 μg/Nm3
5 Diossine (in picogrammi): 0,036; 0,029; 0,037 a fronte di una indicazione generica di soglia da parte dell’OMS pari a 0,300 e valori misurati in assenza di eventi pari a 0,100; Benzoapirene: 3,35; 3,94; 3,91 a fronte di un limite medio annuale pari a 1,00 che non sarà influenzato in modo significativo dall’evento.
6 In Italia abbiamo avuto notizie di molti incendi. Qui di seguito i più rilevanti causati dalle batterie al litio che hanno coinvolto impianti RAEE:
- Treee Srl (Rho, luglio 2023). Magazzino collassato, azienda ferma fino a data da destinarsi
- Sider Rottami Srl (Pesaro, maggio 2023)
- Amiat Srl (Volpiano, TO, aprile 2023)
- Aura Srl (Perugia, aprile 2023). Lungo fermo produttvo e cassa integrazione
- Rimel Srl (Pollenza, MC, dicembre 2022). Magazzino collassato, azienda chiusa
- Amiat Srl (Volpiano, TO, agosto 2022)
- Raeeman Srl (Sale, AL, dicembre 2021). Incendio di pile li-ion
- Stena Recycling Srl (Angiari, VR, dicembre 2021)
- Transistor Srl (Torino, ottobre 2021)
- Sirmet Srl (La8na, luglio 2021)
- Aura Srl (Perugia, marzo 2021)
- Amiat Srl (Volpiano, TO, novembre 2020)
- Raetech Srl (Foiano della Chiana, AR, marzo 2019). L’azienda è uscita dal mercato dei RAEE domestici
- Raetech Srl (Foiano della Chiana, AR, luglio 2016). Danni alla linea produttiva
- Transistor Srl (Torino, marzo 2015). Danni alle linee produ6ve, azienda chiusa per mesi